venerdì 7 novembre 2014

Castagne crollo del 95%. Ma alle sagre si mangiano?



Castanicoltori in ginocchio. A raccolta ormai conclusa, i dati produttivi che arrivano dalle province della Campania sono i peggiori degli ultimi 100 anni. Il crollo produttivo che anche quest’anno si registra è sconfortante: – 95%. Le perdite economiche negli ultimi 4 anni che la filiera castanicola campana, la più importante di Europa, ha subito superano i 500 milioni di euro (PLV agricola + indotto agroindustriale). 

Su questi temi, presso il Salone CNA di Avellino sono stati illustrati i dati da Davide Della Porta presidente castanicoltori della Campania, da Giuseppe Russo presidente coricoltori di Salerno e Roberto Mazzei tecnico e responsabile del Pif Campania. 
“Per la prima volta nella storia sulle tavole autunnali degli italiani ci sono più castagne Straniere (del bacino del Mediterraneo) che nostrane, con le importazioni dall’estero che hanno superato in quantità la produzione Made in Italy scesa al minimo di sempre. E’ quanto emerge da una analisi che mette in evidenza il grave declino del prodotto alimentare simbolo dell’autunno nazionale” annuncia Della Porta . “Il Cinipide galligeno del castagno, arrivato presumibilmente in Campania nel 2007-8, è oggi presente in tutti i comuni castanicoli campani. I danni causati da questo terribile insetto hanno messo in ginocchio la filiera castanicola. Le perdite economiche in Campania, nel solo settore agricolo ovvero nelle aziende agricole, superano i 50 milioni di euro. Si sono perse circa 250.000 giornate lavorative nella sola fase di raccolta, altrettante nelle fasi di prima e seconda lavorazione. La lotta al cinipide vede come strumento principale la lotta biologica attraverso la diffusione di un insetto che parassitizza il cinipide galligeno: Torymus sinensis Kamijo (antagonista naturale del cinipide). Le attività che in questi anni sono state messe in campo vanno in questa direzione, i lanci effettuati sono stati oltre 1.800 in Campania negli ultimi 4 anni, ed hanno coinvolto la quasi totalità dei comuni castanicoli”. 

Nell’annata agraria 2012 il crollo produttivo è stato legato non solo alla presenza del Cinipide, ma anche all’andamento climatico negativo dovuto alle alte temperatura ed alla assenza di precipitazioni nei periodi primaverili ed estivi. Le oltre 5.000 aziende agricole impegnate nella produzione di castagne e le 40 aziende agroindustriale di trasformazione in questi ultimi 5 anni stanno subendo un durissimo colpo economico che potrebbero non superare se le condizioni complessive della filiera non miglioreranno e se non vi saranno interventi strutturali ed organici di sostegno. 

Per far capire il vero dramma che si vive esplichiamo un banale esempio: “nei supermercati le marron glaces venivano venduti in scatole da 18 ad un prezzo vicino ai 10 euro. Oggi il prezzo è rimasto identico a confezione ma all’interno se ne trovano 6. 
Giuseppe Russo chiede interventi mirati evitando sprechi. “ Prevedere nella prossima programmazione dei fondi comunitari per l’agricoltura (2014- 2020) delle misure specifiche per il settore castanicolo con incentivi capaci di sostenere la redditività perduta,e migliorare e ripristinare gli assetti ambientali idrogeologici tipo: prevedere gli interventi di potatura dei castagneti con contribuzione al 100%; prevedere interventi di piccola ingegneria naturalistica per realizzazione di graticciate,canali di scolo per regimentazione acque meteoriche, ecc. con contribuzione al 100%. prevedere una misura di sostegno per utilizzare microrganismi utili,insetti, tecnologie innovative contemplate dai manuali di lotta biologica utili al miglioramento qualitativo e produttivo, con contribuzioni al 75%(Prevedere tra le spese ammissibili i costi pluriennali per la lotta biologica contro i patogeni del castagno ed in particolare Torymus sinensis per il Cinipide, i nematodi per la Cydia e il Balanino,confusione sessuale ,ecc.)”. 

Roberto Mazzei , esperto in materia annuncia e nel tempo stesso rassicura quanti hanno mangiato castagne nelle sagre irpine: “sono quelle della nostra terra senza ombra di dubbio. Ogni organizzatore di sagra che si rispetti chiede ai produttori di farsi consegnare il prodotto locale da utilizzare durante gli eventi. Quindi inutile creare allarmismi inutili. Il prodotto che proviene dall’estero è utilizzato dalle grandi aziende dolciarie che lo lavorano. Bisogna fare ogni sforzo possibile per aiutare gli agricoltori che sono in ginocchio. Le Istituzioni devono garantire un sostegno”. 
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