domenica 21 giugno 2015

TONI E LUCA…. E tanti ricordi!



Necessità di recupero di ogni singola storia, esperienza e testimonianza affinché possa concorrere a ricreare le condizioni di identità, di senso di appartenenza,  come strumento di rinascita delle comunità dei  piccoli paesi della dorsale appenninica.

Un caro amico, emigrato al nord, Luciano Fuschetto, autore di testi e musicista, mi ha fatto pervenire una canzone dolcissima, che ha voluto dedicare a due bambini di 10 anni, scomparsi a Sant’Angelo dei Lombardi, nella tragica sera del terremoto del 23/11/80, i loro corpi, dopo un mese di affannose ricerche, di angoscianti attese, di rincorrersi di voci contrastanti, vennero trovati sotto le macerie, la sera del 24 dicembre, la notte di Natale!
 I due bellissimi bambini, si chiamavano Toni e Luca.
Toni Fuschetto, figlio di Gerarda De Vito, era il fratello di Luciano e di Annamaria che quella sera persero anche la sorella Rosanna. Mentre Luca era il figlio di Luigino Minicucci, anch’egli con la moglie Amina ed il figlio Raffaele scomparsi quella tragica sera, lasciando sole e distrutte dal dolore tre giovanissime ragazze. Luciano ha voluto dedicare una canzone con video  per ricordare, insieme a  tutti quelli che hanno sofferto il dramma del sisma,  in modo particolare, due piccole anime innocenti, Toni e Luca, che, dopo tante ricerche furono trovati deceduti uno abbracciato all'altro. Alcune frasi della ballata sono state estrapolate dal libro di poesie intitolato Angelus, dello scrittore Renato Morelli,  alla pagina 117 e' dedicata appunto una  poesia proprio “a Toni e Luca”.  Il disco si intitola “ A Toni e Luca“- Arrangiamenti e Musiche di Lucio Battistini - Tutti i diritti Riservati – 2015-


Ebbene, devo dire la verità, ero tentato dal non aprire il video  che mi stato inviato, perché sapevo che avrebbe raccontato la tragica storia di Toni e Luca, con la sofferenza per il fratello perso, insieme all'amico compagno di giuochi, il caro e piccolo Luca. Per la verità, Luciano è stato bravo e delicato! Suoni, parole ed immagini sono di grande suggestione! Tante l’emozioni scatenate. Dalla tragica sera del terremoto, passarono oltre trenta giorni senza trovare i due piccoli bambini e dopo un lungo mese  di ricerche e di speranze, vennero trovati, Toni e Luca, la vigilia di Natale 1980, sulle scale che collegavano piazza De Sanctis con San Rocco, sotto le macerie di palazzi, piccoli angeli che ancora dovevano spiegare le ali della loro vita, vivevano animati dalla gioia dello stare insieme, nella piazza e nelle vie del paese, dove, fino alle 19,34 del 23 novembre 1980, tutto era famiglia, tutto era casa. La famiglia di Luca fu duramente messa alla prova, persero la vita suo padre, noto imprenditore ed amministratore dell’Ospedale, sua madre e il primo fratello Raffaele, ovviamente anche alla famiglia di Luciano, oltre a Toni, perse la vita una bellissima ragazza, la sorella Rosanna ed altri parenti.
Ed ora...si affollano nella mente e nel cuore tanti ricordi, tanti volti, tante emozioni, tante le lacrime e groppi nella  gola, che con forza vengono rimandati giù. Parlare di queste storie rievocarle, non è archeologia della memoria, ma è una sorta di memoriale del dolore, del terremoto.  Il "nostro terribile terremoto del 23 novembre '80", sembra tanto lontano eppure...è dietro l'angolo nei nostri cuori, con i nostri cari, i loro volti e le storie struggenti, con distruzioni e lutti, con la polvere che riempiva i polmoni, con le urla disperate di invocazioni di aiuto,  con i silenzi...della morte, con le ansie e le speranze, con il mondo, dei luoghi e dei riferimenti materiali e della memoria, che si sgretolava e ti crollava sotto i piedi. Si, il “tuo mondo” che si sgretolava e ti crollava addosso.
 Il "nostro terremoto" quello dei bambini morti appena nati, dei ragazzini morti come Toni e Luca, Giuseppe e tanti ancora, che si rincorrevano per giocare con la vita, con i fidanzatini volati in cielo tenendosi per mano, con le mamme ed i papà morti protesi verso i figli, con i nonni sacrificatisi per dare speranza ai nipotini, con i contadini che avevano da poco seminato per un raccolto che mai avrebbero visto, ma anche di tanti uomini e donne soli, morti senza nessuno… Il "nostro terremoto" che ci ha " regalato" il triste primato del maggior numero di vittime, ed il più alto indice di distruzione di case; primato che avremmo voluto farne a meno.  
Il " nostro terremoto" quello dello sbandamento o disorientamento emotivo e psicologico dei superstiti, della distruzione, insieme alle case, dei valori tipici della comunità e della nostra civiltà, delle nostre tradizioni, della identità culturale, sociale ed anche religiosa.
 Il "nostro terremoto" che ha provocato la "cultura dei prefabbricati", della coabitazione forzata, delle aggregazioni diverse dall'habitat naturale o sociale precedente, Credo, anche se con ritardo,  faremmo bene, prima che sia troppo tardi, a ricordare nomi, volti e storie di gente vittime o sofferenti per il terremoto, prima che se ne perda la memoria... Perché ogni singola storia, esperienza, testimonianza possa concorrere a ricreare le condizioni di identità, di senso di appartenenza, diventando così patrimonio culturale, etico e storico diffuso, di una comunità a misura d’uomo da rifondare e da proporre come strumento di rinascita per le zone interne, per i piccoli paesi, contro la desertificazione, e come modello di riferimento  antropologico per aggregazioni territoriali, basate sul valore della storia e dell’appartenenza, dell’identità ed osmosi tra persone, territorio ed ambiente, rispetto alle città metropolitane.
 Tra lacrime di commozione per questo ricordo video musicale, tra versi, note ed immagini di Luciano Fuschetto, del fratello Toni e di Luca, tra le tante emozioni che ha suscitato e scatenato in me, ricordo sempre con struggente malinconia la intensa attività della Radio RAID- “il dialogo”, negli anni prima del sisma dell’80, anche la  preziosa collaborazione e l’impegno del giovane Luciano, insieme  a tanti giovani, alcuni  scomparsi proprio quella tragica sera.
Ricordo la solidarietà e la testimonianza, la voglia di riscatto e di concorrere ad intercettare i bisogni della gente, nel dare risposte, nell’ indicare soluzioni e guidare i processi.
 Un grande ed entusiasmante impegno in quegli anni, che venne messo in campo da tanti, quando, guidati da un dinamico prete, Don Bruno Mariani, anch'egli scomparso con il terremoto, proprio il giorno del suo compleanno, costruimmo, tutti insieme, un nuovo modo di stare insieme, rompendo lo schema all'epoca ancora dominante, di piccolo paese "un poco piccolo borghese". Per la prima volta le iniziative concorrevano a portarle avanti a realizzarle, non solo i figli della "presunta" borghesia locale, ma anche tanti giovani, di estrazioni sociale umile o emarginati: così "la pietra scartata diveniva, con Don Bruno Mariani, pietra d'angolo"; anche questo purtroppo il "nostro terremoto" ha distrutto,  insieme a tanti sogni e tante vite umane spezzate...
Comunque, debbo precisare che, oltre a Toni e Luca, c’era anche un’altro bellissimo bimbo Giuseppe Pandiscia, figlio di Antonio, insegnante, che in quelle ore perse anche la mamma ed il fratellino Paolo, era loro coetaneo e compagno di giuochi, il suo corpicino venne trovato a pochi metri di distanza, lo spostamento di aria non consentì al piccolo Giuseppe, di abbracciare anche per l’ultima volta i suoi cari amici, ma lungo la strada verso il cielo, come Toni che incontrò la sorella, Luca il papà, la mamma ed il fratello, Giuseppe fu avvolto dalle  braccia della mamma Lidia Caputo e dal fratellino Paolo, e tutti insieme bambini, giovani ed adulti con il Parroco Don Bruno, il Capitano CC. Pecora, il Sindaco Guglielmo, con don Michele, con tante mamme, papà e nonni. voglio credere,  che da lassù vegliano con preoccupazione ed ansia sulla vita quotidiana di Sant’Angelo dei Lombardi e di tutti i paesi-comunità dell’Irpinia.
 A Toni, Luca, Giuseppe, ed a tutte le vittime innocenti del nostro terribile terremoto e di tutti i disastri, il ricordo, il pensiero e l’impegno a costruire città, paesi e comunità a misura d’uomo!

                                                                                                               Tony Lucido

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