martedì 4 giugno 2013

MONTELLA LA FLORA

La flora è varia, e cambia al variare dell'altitudine. Al di sopra dei 500 metri troviamo castagni e faggi, folti boschi cedui e fustaie. Presenti anche latifoglie e querce come il cerro o la roverella. In minore presenza troviamo il carpino bianco, orientale e nero. Un'altra specie presente è l'ontano napoletano. Nelle zone più calde, esposte a sud, troviamo illeccio e l'orniello. Non mancano essenze tipiche della fascia mediterranea come la fillirea e il corbezzolo.La collina è in gran parte occupata da coltivazioni di nocciolo e castagno. Troviamo ancora, lungo i corsi d'acqua, salicipioppi, e l'ontano nero. Salendo compaiono l'acero e il faggio.Nel boschi si trovano fragolinemirtillilamponi, una certa varietà di funghi e il tartufo nero. I fiori presenti, oltre al diffusissimo "Chrysanthemum  leucanthemum", ossia la Margherita comune, sono i ranuncoli, le viole, le campanule, i bucaneve, i crochi, le genziane e gli anemoni oltre a varie specie di orchidee. Ricca è la presenza di piante aromatiche, come il timo, la santoreggia, il rosmarino, l'origano (il pilieo, del quale esiste una forte tradizione di raccolta), la melissa, la maggiorana.Data la sua grande riserva idrica Montella è in grado di fornire acqua a molte zone della Campania e della Puglia. Le risorse idriche di Montella alimentano l'Acquedotto pugliese attraverso le opere di captazione ubicate nel comune di Cassano Irpino. Nel territorio del comune di Montella si trova la sorgente del fiume Calore, la principale per portata e importanza; sempre a Montella si trovano le sorgenti dell'Acqua degli Uccelli ai piedi del monte Terminio, delle Acque Nere, della Tufara, il torrente Jumiciello tra il monte Sassetano e il monte Tufara, le sorgenti della Scorzella, torrente che affluisce nel fiume Calore, il torrente Santa Maria che attraversa il paese, il Lacinolo e il Bagno della Regina. Sul territorio sono presenti quattro cascate: la cascata della Tufara, la cascata della Madonnella; la cascata del Fascio, costruita appunto in epoca fascista per convogliare le acque nell'acquedotto di Montella, e che è uno dei luoghi di partenza delle escursioni; la cascata della Lavandaia (la Pelata), già presente al tempo della realizzazione dell'omonimo ponte (I secolo a.C.), sottoposta a lavori di rifacimento nel XV secolo per alimentare il mulino voluto dai cittadini che, attivo fino agli anni cinquanta del XX secolo, è oggi allo stato di rudere.              Grotte Il sottosuolo del territorio presenta varie insenature, passaggi, aperture, condotti e caverne, dati dal fenomeno carsico a cui sono soggette le montagne. La più grande tra le grotte e quella detta del Caprone. Le grotte sono diverse ed in parte esplorate ed esplorabili. I fenomeni di superficie comprendono inghiottitoi e doline, molto presenti nella zona di Verteglia.

CONTINUA IL PROSSIMO NUMERO (LUGLIO)



Nessun commento:

Posta un commento