Mentre
si stanno tirando le somme delle elezioni amministrative ed europee, le
comunità irpine hanno una prima necessità. E’ inevitabile che le campagne
elettorali provochino nei paesi lacerazioni, conflitti, polemiche, rancori, che
spesso lasciano ferite che non si marginano facilmente. Molti paesi, infatti,
se non tutti, hanno vissuto una campagna elettorale intensa, in alcuni casi si
sono segnalate polemiche di ogni genere, che non devono lasciare ora i
cittadini divisi in fazioni contrapposte e ostili. La prima considerazione che
si dovrebbe fare è: finita la campagna elettorale, stabiliti vincitori e
sconfitti, adesso tutti devono impegnarsi nel ricomporre le lacerazioni dei
giorni precedenti. Penso , ad esempio, ad alcuni comunità, di poco più di mille
abitanti, che si sono letteralmente frantumati. Ricostruire la comunità
significa, da un lato, riconoscere la legittimità di chi ha avuto più voti per
guidare le sorti del paese, dall’altro, significa riconoscere alle minoranze il
diritto di esprimere le proprie idee e dare un contributo al bene comune. Il
nuovo sindaco e i consiglieri di maggioranza, in tale ottica, dovranno
presentarsi come garanti degli interessi collettivi e non come paladini degli
interessi di una parte, così come le opposizioni dovranno proporsi allo stesso
modo come componenti di un consiglio comunale teso a salvaguardare gli
interessi collettivi. Vi immaginate un sindaco che continua a comportarsi da
capo fazione o da capo elettorale anche dopo le lezioni? V immaginate un
sindaco, una giunta, un consiglio comunale garante degli interessi di pochi o
di una parte? Insomma chi ha vinto deve essere consapevole che una fetta
importante del futuro prossimo della propria comunità dipende dalle sue scelte,
dal suo equilibrio, dal suo senso della giustizia. Deve piuttosto che
crogiolarsi o preparare piccole vendette rimboccarsi le maniche e darsi da
fare, mettere in pratica i buoni propositi, l’elenco dei libri dei sogni, che
ha proposto ai lettori. Deve avere l’umiltà di chiedere l’aiuto, il sostegno,
il consiglio di tutti, anche dei suoi più forti competitori, deve essere in
grado di ascoltare la propria comunità, deve progettare e proporre un’idea
nuova di paese, di sviluppo, di futuro. Perciò, ai vincitori auguriamo buon
lavoro, e agli sconfitti auguriamo di superare frustrazioni e amarezze. Si
sapeva già in partenza che la contesa sarebbe finita con la vittoria o con la
sconfitta, due possibilità, che fanno sempre parte della vita di ogni giorno.
Chi ha perso potrà, d’altra parte, occuparsi un po’ di più di se stesso e
trovare impegno politico, ma nel resto della propria esistenza la gioia, la
serenità e magari la felicità, che crede gli siano state negate.
IL Direttore Enrico Mongiello
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